In studio un vaccino rivoluzionario che potrebbe prevenire ed invertire il decorso della malattia di Alzheimer
Il vaccino è pensato per innescare gli anticorpi che proteggono il sistema immunitario dall’Alzheimer.
Se avrà successo potrebbe trasformare il modo in cui i medici trattano le persone già malate e offrire un nuovo modo per proteggere le persone a rischio, Le attuali opzioni di trattamento per la malattia di Alzheimer (AD) sono limitati a farmaci che riducono i sintomi della demenza, ma non arrestano la malattia neurodegenerativa.
I farmaci disponibili includono tre inibitori dell’acetilcolinesterasi (donepezil, rivastigmina e galantamina) e un inibitore della N-metil-D-aspartato (NMDA) recettore (memantina).
Tuttavia, nessuna classe di farmaci è pensato per alterare in modo significativo i percorsi causati da AD.
Visti i profili demografici del rapido invecchiamento in molte aree del mondo, dei nuovi interventi terapeutici per AD sono urgentemente necessari che possano rallentare o forse anche prevenire la progressione della malattia, idealmente questi trattamenti potrebbero ripristinare la normale funzione cerebrale.
Una nuova ricerca sul vaccino AN-1792, ha mostrato un promettente successo negli esperimenti sui topi transgenici evitando gli effetti collaterali di infiammazione che si presentarono nella sperimentazione di fase 2 aprendo nuove possibilità di sperimentazione sull’uomo.
I topi transgenici sono stati geneticamente modificati per sviluppare i depositi di proteine caratteristici chiamate placche amiloidi visti nel cervello delle persone affette da Alzheimer, che distruggono parti del cervello vitali per la memoria.
Il vaccino agisce stimolando il sistema immunitario a produrre grandi quantità di anticorpi anti-β-amiloide.
Il vaccino AN-1792 è stato la prima strategia dell’immunoterapia attiva per la malattia di Alzheimer, una scoperta sorprendente che ha avviato il campo dell’immunoterapia per AD, i ricercatori presso Elan hanno dimostrato che con la vaccinazione attiva vengono generati anticorpi anti-Aß.
La vaccinazione ha portato sia alla prevenzione della formazione di nuovi depositi di amiloide sia all’eliminazione di quelli esistenti nel cervello dei topi transgenici che sovra-esprimono AßPP.
Questi effetti terapeutici in assenza di effetti collaterali negli animali hanno portato alla rapida apertura di Elan a studi clinici del vaccino denominato AN-1792.
I studi clinici di AN-1792 sono stati interrotti in fase II a causa dello sviluppo di un’infiammazione del cervello che poi si è rivelata una meningoencefalite asettica in circa il 6% dei pazienti vaccinati.
E’ stato successivamente scoperto essere a causa di uno stimolo di AN-1792 ad una risposta immunitaria pro-infiammatoria, T helper (Th) 1-type.
Questa scoperta ha indotto i sviluppatori del vaccino a tentare di generare risposte immunitarie che sono puramente umorale o che coinvolgono uno stimolo Th2 piuttosto che Th1.
Dopo che la sperimentazione di fase 2 fù interrotta segui un lungo periodo di follow-up dei pazienti immunizzati con AN-1792 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2825665/ mostrando una significativa riduzione del declino funzionale rispetto ai pazienti trattati con placebo, ecco il perche dell’importanza del recente studio http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4075150/ dove evitando effetti collaterali infiammatori mostra come l’immunoterapia attiva sia una delle strategie più promettenti per prevenire o curare la malattia di Alzheimer, un ulteriore studio pubblicato su Nature mostra come una risposta immunitaria anti-infiammatori Th2 ha capacità di inibire l’accumulo di amiloide e prevenire la disfunzione cognitiva http://www.nature.com/srep/2015/150114/srep07771/full/srep07771.html